Considerazioni finali

Possiamo tornare a fidarci delle nostre banche?

La nostra attenzione alle “Considerazioni finali” del Governatore della Banca d’Italia, per una volta non è riuscita a concentrarsi sugli andamenti economico finanziari dell’Italia, ma sulla situazione interna alle banche stesse. Per la crisi in generale il Governatore consiglia investimenti pubblici e taglio del cuneo fiscale alle imprese, una ricetta che in verità si predica da vent’anni, mentre sul bail-in, siamo digiuni di consigli e ricette. Sarà pure allora che il salvataggio bancario è figlio, come ha detto il Governatore, di una costruzione europea “irregolare, incompleta”, che ancora “richiede, per la sua stessa sostenibilità, di essere integrata con gli elementi mancanti”, ma non è che la vigilanza bancaria italiana si sia mostrata proprio di una qualità eccellente. Non vorremmo che si volesse scaricare sull’Europa responsabilità superiori alle sue. Dal caso del Monte dei Paschi, a quelli più recenti di Banca Etruria, i sentimenti di molti cittadini non si sono mostrati tanto avversi all’Unione europea, quanto ai dirigenti e alla gestione delle banche a cui pure si erano rivolti con una certa sicurezza. Non tutti i risparmiatori sono esperti finanziari e anche quello che appare chiaro e sottoscritto, può essere sovrastato da un istinto di fiducia nell’istituzione che non ha più una corrispondenza con la realtà. Per questo ci aspettavamo dal governatore qualcosa di più sulla situazione delle banche italiane, anche considerando la grande crisi finanziaria apertasi dal 2008. Non dubitiamo che la Banca d’Italia faccia tutto quello che è possibile per rendere sicuri i risparmiatori, temiamo che viste le dimensioni e il riprodursi del problema, ci sia poco di che essere ottimisti. Gli “effetti sistemici di natura persistente”, non dipendono, come crede il Governatore, dalla possibile mancanza di fiducia da parte del pubblico, semmai l’esatto opposto: ovvero che un sistema fallimentare generi sfiducia. Lo stesso Governatore ha denunciato “comportamenti imprudenti e a volte fraudolenti da parte di amministratori e dirigenti”, non abbiamo capito solo se la Banca d’Italia è in grado di prevenirli, o almeno di accorgersi quando sono in atto per reprimerli. Sarà pure che il cumulo anomalo delle sofferenze è in calo, ma il Governatore ha ammesso che “le preoccupazioni sulla qualità degli attivi delle banche italiane devono essere prese in seria considerazione”. Si sovrastimi o meno la questione, le sue parole non sono certo rassicuranti, soprattutto se, con una ripresa nulla o insufficiente come l’attuale, le sofferenze aumenterebbero, e questo è assodato. L’unica nota positiva nella relazione del Governatore viene dalla nuove norme che permettono "l'assegnazione stragiudiziale dell'immobile dato in garanzia delle imprese" e dallo sviluppo del mercato degli attivi deteriorati, al quale sta dando un contributo importante il Fondo Atlante. Ma anche qui le risorse al momento restano relativamente contenute e comunque entrambe non sono nelle disponibilità della Banca d’Italia.

Roma, 31 maggio 2016